Le persone che soffrono di disturbo di panico si chiedono come gestire un attacco di panico?
L’attacco di panico è caratterizzato da un’ansia intensa, tachicardia, sudorazione, paura di morire o di perdere il controllo. Generalmente, una crisi di panico aggiunge l’apice nel giro di pochi minuti ed è accompagnata da un forte senso di disagio e malessere. E’ importante capire come si innesca un attacco di panico e come gestirlo per ritrovare un migliore equilibrio con se stessi.
Un attacco di panico è un episodio durante il quale ci si sente travolti da un’ansia incontrollabile e dalla sensazione di morire o perdere la capacità di ragionamento e controllo della situazione. A differenza di ciò che accade nel momento di ansia, durante l’attacco di panico i sintomi cognitivi e somatici provati sono molto più intensi e sono spesso accompagnati da:
Le sensazioni provate e le immagini mentali che intrudono nella mente innescano ulteriormente il terrore e la paura di morire o impazzire, fino a creare un circolo vizioso di ansia e paura dal quale diventa difficile uscire.
Gli attacchi di panico limitano e condizionano negativamente la vita di chi ne soffre: nelle persone affette da tale disturbo si innesca l’impulso ad evitare determinate situazioni che si teme possano provocare un’altra crisi, rinunciando in questo modo alle proprie abitudini, oppure le si affronta soltanto dopo aver attuato comportamenti protettivi di precauzione e sufficientemente rassicuranti.
La sensazione, dunque, è quella di non avere via di fuga, sia rispetto a determinati luoghi percepiti come pericolosi, sia rispetto a situazioni sociali dalle quali per la persona risulterebbe problematico allontanarsi.
Una delle cause scatenanti di un attacco di panico è il terrore che la persona prova all’idea di sperimentare alcune sensazioni corporee e mentali spiacevoli. In questo contesto, il terrore rappresenta la conseguenza del modo di interpretare gli stimoli interni scatenanti.
Ad esempio, la sensazione fisica del capogiro può essere interpretata come indicatore di un imminente svenimento, mentre quella dell’aumento del battito cardiaco come attacco cardiaco. Anche sensazioni mentali, come la difficoltà di concentrazione o la sensazione di avere pensieri che si accavallano confusamente, possono essere interpretate erroneamente, per esempio come la perdita del controllo della propria mente o dei propri comportamenti.
Un altro fattore che determina gli attacchi di panico risulta essere lo stress eccessivo.
I sintomi psicofisici dello stress possono essere valutati dalla persona come pericolosi, producendo in tal modo uno stato di ansia ed i relativi sintomi somatici a essa associati i quali, se interpretati in modo catastrofico, producono un ulteriore aumento del livello di ansia intrappolando l’individuo in un circolo vizioso, culminante nell’attacco di panico. Il circolo vizioso consiste dunque in una sequenza di pensieri, emozioni e sensazioni fisiche che si innesca a partire da un fattore scatenante interno.
Quando una persona ha già sperimentato uno o più attacchi di panico, diventa particolarmente sensibile ad alcune sensazioni corporee, queste infatti vengono interpretate come il segnale di una nuova crisi. A questo punto ci si focalizza sull’attentissimo auto-monitoraggio dei fenomeni del proprio corpo, comportamento disfunzionale che generalmente produce proprio la crisi temuta.
I sintomi provati durante un attacco di panico sono così sconvolgenti da indurre nel soggetto un intenso timore di viverli di nuovo. Si crea così un’autentica “paura della paura”, ossia l’insorgere della cosiddetta “ansia anticipatoria”, a causa della quale la persona si sente costretta a mettere in atto determinati comportamenti (definiti comportamenti di evitamento e protettivi) finalizzati a prevenire il più possibile il verificarsi di ulteriori attacchi. I sintomi somatici e cognitivi che caratterizzano un attacco di panico sono:
Gli attacchi di panico possono essere gestiti attraverso un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale, mirato a individuare gli specifici fattori scatenanti di fronte ai quali la persona innesca la sequenza circolare d’interpretazioni erronee, reazioni emotive e manifestazioni somatiche correlate.
Per affrontare l’attacco di panico, l’obiettivo è quello di insegnare alla persona a riconoscere, analizzare e correggere le interpretazioni scorrette e i pensieri catastrofici da cui si genera il problema di cui soffre, attraverso interventi personalizzati e flessibili, in quanto nella vita quotidiana fattori stressanti differenti richiedono risposte differenti.
Parallelamente al lavoro di ristrutturazione cognitiva, la persona attua dei graduali cambiamenti comportamentali, imparando a superare progressivamente i comportamenti disfunzionali di evitamento in cui si era imprigionata: Ciò avviene mediante graduali esercizi di esposizione alle situazioni fino a quel momento temute ed evitate.
L’efficacia dell’intervento psicoterapeutico si fonda su una solida alleanza e un’attiva collaborazione tra paziente e terapeuta. Per superare gli attacchi di panico infatti è fondamentale essere motivati al cambiamento e impegnarsi nel seguire le indicazioni terapeutiche ricevute dal terapeuta. Queste costituiscono le condizioni necessarie per ritrovare l’equilibrio e trovare nuovi schemi cognitivi.
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Sostanzialmente, l’attacco di panico nasconde altre problematiche che impediscono all’individuo di vivere serenamente le situazioni quotidiane. È quindi necessario affidarsi a un professionista, indagare e affrontare le cause scatenanti al fine di riuscire a superare le crisi di panico.
Per i pazienti che desiderano intraprendere un percorso terapeutico finalizzato a gestire le problematiche connesse agli attacchi di panico, la Dottoressa Gaudio, psicologa psicoterapeuta con studio privato a Padova, è specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale.