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Difficoltà psicologiche nell'adolescente


L’adolescenza è una fase di cambiamento in cui la persona costruisce la propria identità personale, tra desiderio di autonomia e bisogno di comprensione, rassicurazione e sostegno, tra emozioni contrastanti, lacrime e sorrisi.
“L’adolescenza è il periodo della vita in cui l’esperienza la si conquista a morsi” scriveva J. London, e spesso durante il proprio percorso di crescita l’adolescente vive periodi di intensa crisi e sofferenza emotiva, di ansia e alterazioni dell’umore, di aspra conflittualità e incomunicabilità nelle relazioni familiari, di disagio e insicurezza nel rapporto con gli altri e con il proprio corpo.

In molti adolescenti sono presenti problematiche legate all’autostima (v. articolo) ed alle convinzioni che la persona costruisce su se stessa, le quali possono essere marcatamente influenzate dai giudizi che riceve dagli altri.
L’autostima, ovvero la valutazione di Sé, è generata della distanza intercorrente tra il come la persona si percepisce (Sé percepito) ed il come essa vorrebbe essere (Sé ideale).
In tal senso, se la discrepanza è piccola, la persona presenta una valutazione di sé sostanzialmente positiva (cosiddetta ‘alta autostima’) in quanto ritiene di corrispondere ai suoi desideri, alle sue aspettative e doveri; viceversa se la discrepanza è grande, la valutazione di sé appare più o meno intensamente negativa (cosiddetta ‘bassa autostima‘).
Rispetto al concetto di Sé Ideale è necessario considerare come spesso è presente un’interazione di differenti standard: ciò che l’adolescente desidera essere e ciò che, viceversa, ritiene di dover essere in base alle regole morali o sociali interiorizzate.

Relativamente a ciò, durante il percorso psicoterapeutico emerge spesso la connessione tra bassa autostima ed esperienze di relazioni interpersonali disfunzionali in cui Altri significativi per l’adolescente utilizzano in modo frequente, volontariamente oppure inconsapevolmente, parole che tendono a far sentire ingiustamente la persona che le riceve come ‘sbagliata’, ‘non capace’, ‘inferiore’, etc.
Spesso in questi casi ci si trova di fronte a “critiche manipolative” (v. articolo ‘La manipolazione psicologica‘), ovvero critiche che, attraverso l’esagerazione o la generalizzazione di un eventuale errore della persona a cui sono rivolte, hanno l’obiettivo di indurre senso di colpa, di inferiorità, di incompetenza, vergogna, ansia in chi le riceve.
Ad esempio può accadere che l’adolescente riceva frequentemente in ambito familiare o scolastico critiche eccessivamente dure anche a fronte di errori di piccola entità, oppure che determinati messaggi espliciti o impliciti umilianti provengano dal gruppo dei pari.
Le critiche manipolative possono creare un effetto negativo profondo e duraturo sull’autostima e, anche a distanza di anni, influire sull’opinione di sé e sul modo di reagire agli eventi.

In altri casi emerge nell’adolescente la presenza di marcati tratti perfezionistici e di stardard eccessivamente elevati e rigidi, da cui deriva un costante ed estremo sforzo finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo desiderato, frequentemente associato a conseguenze negative sia sul piano fisiologico (stanchezza costante, tensione muscolare, somatizzazioni, insonnia, etc.) sia sul piano emotivo, in quanto spesso di fronte al mancato raggiungimento degli standard (ovvero dei ‘doveri’ stabiliti) la persona perfezionista rivolge a se stessa un’autocritica severissima e sprezzante, a cui segue un’intensa reazione emotiva ansiosa o depressiva.

In alcuni casi la costruzione degli eccessivi standard autoimposti deriva dall’esperienza di dure critiche, ridicolizzazioni o punizioni ricevute da parte di figure significative per la persona (es. genitori, insegnanti, amici, etc.), oppure dalla carenza di approvazione verso i “normali” risultati positivi ottenuti dal soggetto.
Di fronte a tali esperienze, realmente accadute oppure soggettivamente percepite, l’adolescente può costruire la convinzione che è sempre necessario fare le cose perfettamente per evitare conseguenze dolorose, oppure convincersi che per ottenere l’affetto, la stima, l’approvazione altrui è necessario soddisfare standard sempre più esigenti.

Il Perfezionismo Clinico nell’adolescenza (differentemente dal sano ed equilibrato desiderio di eccellere) non deve essere sottovalutato poiché svolge un ruolo importante nello sviluppo e nel mantenimento di vari disturbi psicologici, quali Disturbi d’Ansia, Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbi Alimentari (v. articoli correlati).

 

La Psicoterapia con l’adolescente
Il colloquio con lo psicoterapeuta costituisce un importante aiuto per l’adolescente per analizzare e superare situazioni di evidente difficoltà sul piano individuale o interpersonale, oppure quando la persona desidera comprendere e migliorare alcuni aspetti di se stessa.
A tal fine, l‘intervento psicoterapeutico ad orientamento cognitivo (v. articolo) è focalizzato sull’individuazione dei processi psicologici che generano i sintomi cognitivi, emotivi e comportamentali presentati dall’adolescente, e mediante l’utilizzo di strategie e tecniche terapeutiche adeguate allo specifico disturbo esaminato, interviene per interrompere i meccanismi di mantenimento, pervenire al superamento dei sintomi, ed alla costruzione di modi di pensare e di agire maggiormente funzionali al suo benessere individuale e interpersonale.

In tale direzione, durante il percorso psicoterapeutico la persona viene sostenuta e affiancata in un lavoro finalizzato a comprendere, valutare criticamente e successivamente modificare le interpretazioni erronee (‘pensieri disfunzionali’), i comportamenti problematici e le sottostanti convinzioni disadattive (‘schemi cognitivi’) su cui si fonda il disturbo.
L’intervento psicoterapeutico si fonda su una solida alleanza ed un’attiva collaborazione tra paziente e terapeuta, ovvero la motivazione al cambiamento e l’impegno del paziente nel seguire le indicazioni terapeutiche ricevute costituiscono le condizioni necessarie per la possibilità del trattamento e per il suo buon esito.

Il percorso di psicoterapia con l’adolescente avviene in setting individuale, tuttavia in determinati casi risulta utile la partecipazione dei genitori ad alcuni colloqui psicoterapeutici al fine di favorire la conoscenza delle caratteristiche cliniche del disturbo presentato e dunque attribuire un chiaro e corretto significato ai comportamenti precedentemente percepiti come incomprensibili.
Parallelamente a ciò, per i genitori è necessario individuare e correggere le eventuali modalità di reazione disfunzionali che, pur basandosi sull’intenzione di stimolare il figlio/a ad interrompere i comportamenti problematici, generano l’effetto di contribuire a mantenere o esacerbare la sintomatologia; viceversa, è necessario acquisire comportamenti e strategie maggiormente utili per aiutare l’adolescente ad attuare a casa le indicazioni terapeutiche stabilite necessarie per superare il problema.

Nell’ambito delle problematiche adolescenziali lo STUDIO DI PSICOTERAPIA DOTT.SSA M. GAUDIO svolge attività clinica di valutazione psicodiagnostica e psicoterapia individuale ad orientamento cognitivo comportamentale nelle seguenti aree di intervento:

  • Problematiche legate all’autostima ed alle relazioni sociali
  • Disturbi d’Ansia
  • Disturbi dell’Umore
  • Disturbi del Comportamento Alimentare
  • Difficoltà relazionali

AUTORE: Dott.ssa M. Gaudio – Psicologa Psicoterapeuta
sedi: Mirano (Venezia) – Padova

Dott.ssa M. Gaudio

Psicologa Psicoterapeuta


Studio di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale Venezia Padova
STUDIO DI PSICOTERAPIA DOTT.SSA M. GAUDIO PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

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Sede Padova: via Gattamelata 108 Padova

Difficoltà psicologiche nell'adolescente

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Le persone pensano ed agiscono sulla base dei significati che gli eventi hanno per loro, pur non avendo sempre consapevolezza di ciò che fa emergere questi significati

A. Salvini, 1998

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